Unioncamere: 55mila imprese in più in 10 mesi

Archivio Notizie, Attualità, Press — By on 2011/12/05 13:36

Ma la crescita rallenta rispetto al 2010


Resta alta la voglia di “fare impresa” in Italia: oltre 55mila attività economiche in più sono state registrate presso le Camere di commercio tra gennaio e ottobre 2011, con un tasso di crescita della platea imprenditoriale dello 0,9%. Il bilancio positivo nasconde però degli elementi di preoccupazione. Il primo: il saldo tra iscrizioni e cessazioni è meno consistente del 2010, quando, nello stesso periodo, ha superato le 71mila unità. La seconda: sono quasi mille in più rispetto all’anno scorso le imprese che, nei primi tre trimestri dell’anno, sono entrate in procedura fallimentare, per complessive 10.323 unità. In pratica, 38 imprese al giorno (quasi 4 al giorno in più del 2010) sono uscite dal mercato tra gennaio e settembre 2011. Questo il bilancio della dinamica imprenditoriale diffuso da Unioncamere in occasione della 134° Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio ? Consiglio generale di Unioncamere a Perugia. Rallenta la crescita del tessuto imprenditoriale. Le 55.217 imprese in più registrate tra gennaio e ottobre scorsi sono il risultato delle oltre 340mila iscrizioni cui hanno fatto da contraltare più di 285mila cessazioni. Lo stock delle imprese raggiunge così le 6.131.549 unità. Se si confrontano i dati con quanto registrato negli stessi mesi del 2010 emerge che il saldo attuale è più contenuto rispetto alle 71.198 unità dello scorso anno per effetto di un parallelo rallentamento delle iscrizioni (che erano 351.013 nei primi 10 mesi del 2010) e di un lieve incremento delle cancellazioni (279.815 quelle dello scorso anno).A trainare la dinamica positiva è sempre il saldo consistente delle società di capitali, aumentate di oltre 38mila unità.Più contenuto, invece, quello delle ditte individuali (+8.344), che comunque si confermano lo “zoccolo duro” della struttura economica nazionale con 3.375.822 imprese. Aumentano di 4.714 unità anche le società di persone mentre le Altre forme giuridiche crescono di 3.742 imprese. Trova conferma dunque la maggiore capacità di restare sul mercato delle forme più strutturate di impresa: il saldo delle società di capitali è infatti dovuto a un forte (e positivo) disallineamento tra iscrizioni e cessazioni (le prime pari a oltre il doppio delle seconde), mentre, nel caso delle altre forme giuridiche, la forbice è decisamente più stretta, portando le cessazioni molto vicino al dato di incremento delle iscrizioni. Istruzione, Sanità, Noleggio e agenzie di viaggio, Attività artistiche, sportive e di intrattenimento. Sono questi i settori sui quali si è concentrata maggiormente la “voglia di fare impresa” nei primi 10 mesi dell’anno, misurata sulla base della variazione percentuale dello stock. A fronte di un tasso di crescita medio dello 0,9% (ed escludendo il segmento delle imprese della Fornitura di energia, la cui alta variazione è spiegata dalle modeste consistenze di partenza), questi settori sono cresciuti a ritmi compresi tra il 6,3% del primo e il 3,4% degli ultimi due. Sul fronte opposto della classifica e con variazioni negative si incontrano invece l’Agricoltura (-1,6% pari a oltre 13mila imprese in meno), l’Estrazione di minerali (-0,7%, con complessive 35 imprese in meno) e le Attività manifatturiere, le cui 1.550 unità in meno equivalgono a un tasso del -0,2%. In valore assoluto sono però sempre i comparti del Commercio e delle Attività di alloggio e ristorazione a generare i volumi più consistenti: 11.522 le imprese in più nel settore commerciale (+0,7%) e 11.191 quelle del comparto della ristorazione (+2,9%).

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