PENSIONI: INTERVENTI DA SEI MILIONI IN TRE ANNI

Attualità — By on 2016/09/28 15:54

Governo e sindacati hanno firmato un verbale condiviso sugli interventi sul sistema pensionistico. Nel verbale di cinque cartelle, sono identificate le misure che saranno messe in campo nei prossimi tre anni, fra le quali l’Ape, l’intervento sui precoci e l’estensione e l’aumento della quattordicesima per i pensionati con i redditi più bassi. «Abbiamo concluso questa fase con la sigla di un verbale che rappresenta la sintesi di un lavoro che abbiamo giudicato importante» ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, al termine del tavolo con i sindacati, osservando che il testo fotografa un «metodo di confronto utile e importante». Poletti ha spieganto che c’è necessità di continuare il confronto su tematiche di più ampio respiro.
Il Ministro, al termine dell’incontro odierno al Ministero del Lavoro , ha dichiarato che il governo ha intenzione di stanziare risorse per 6 miliardi nell’arco di tre anni seguendo una dinamica crescente. «Il governo – ha spiegato – lavora per trovare la massima condivisione possibile». L’esecutivo ha illustrato ai sindacati un verbale di 5 cartelle sugli argomenti sui quali si è tenuto il confronto in questi mesi. Ad illustrare il testo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini.

Uno dei nodi da sciogliere era quello dei lavoratori precoci. Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni l’uscita sarebbe anticipata a 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose. È quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro in corso al ministero del Lavoro. Sarebbe quindi questa la soluzione trovata per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.

Dal tavolo dovrebbe uscire un verbale sindacale anche se non sono da escludere incontri successivi prima del varo del disegno di legge di Bilancio 2017-2020, previsto entro il 20 ottobre. Sull’Ape (il prestito bancario assicurato con rimborso ventennale che consentirà di lasciare il lavoro, da gennaio prossimo, a chi ha compiuto 63 anni con almeno 20 di contributi versati) gli ultimi nodi ancora da sciogliere riguardano la platea finale dei soggetti meritevoli dell’accesso alla versione “social”, che sarà a costo zero fino a un massimo di pensione lorda prevista di 1.500 euro, con la quota eccedente utilizzabile come base di calcolo per parziale concorso al rimborso. Mentre per l’Ape aziendale, attivabile sulla base di intese negoziali in casi di crisi o ristrutturazioni, si dovrà capire quanta parte del contributo dello 0,30% oggi destinato alla mobilità (che scompare nel 2017) potrà essere utilizzato dalle imprese per finanziare questo prestito-ponte assicurato e in che forma.

*foto La Stampasito

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