Marchi italiani, Ferrari il più forte ed Eni quello che vale di più

Attualità — By on 2017/05/25 11:50

Ferrari è il brand più forte, cioè che influenza maggiormente le scelte dei consumatori, e il secondo in termini di crescita di valore monetario. Eni è la marca di maggiore valore monetario e che cresce maggiormente in valore. Gucci è il brand dell’abbigliamento di maggiore valore e più forte. Generali è il brand che si è rafforzato di più. Sono le caratteristiche dei marchi italiani, analizzati nella tradizionale ricognizione di Brand Finance.

Dalla ricerca emerge che i dieci brand di maggiore valore hanno una influenza molto o estremamente forte sui consumatori e continuano a crescere in valore monetario, mentre gli altri 40 che compongono la top50 Made in Italy, e che mediamente sono meno influenti, perdono valore. Mediamente, i 50 top brand italiani sono meno influenti e hanno meno valore di quelli dei paesi concorrenti.

Lo studio analizza il valore monetario e la forza con la quale influenzano le scelte dei clienti, rispetto alla media del proprio segmento a livello internazionale. “Ferrari pare aver trovato il giusto equilibrio tra utilizzo commerciale e protezione della propria brand equity. Infatti il Brand value è cresciuto del 35% a 5,5 miliardi e anche la forza del brand è aumentata”, dice Brand Finance. Complessivamente le 50 maggiori marche italiane valgono 94 miliardi, sbilanciati sulle prime 10 che valgono oltre la metà dell’intera classifica. La moda è il settore con più valore in classifica. ENI è la marca italiana che vale di più, infatti questo asset vale oltre 10 miliardi; seguono ENEL e poi Gucci. Il valore monetario delle marche ENI, Ferrari e Gucci è cresciuto più di tutti gli altri brand italiani.

“Come lo scorso anno, nella Brand Finance Italy 50 2017, le top 10 marche Italiane crescono in valore monetario anche grazie alla forza con la quale influenzano i clienti. Tutt’altra musica per le marche oltre il 10° posto che perdono mediamente il 10% in valore”, aggiunge ancora Brand Finance. Per il managing director Italia, Massimo Pizzo, “la ragione della stagnazione italiana è chiaramente individuabile anche nella relativa debolezza delle nostre marche nell’influenzare i clienti, rispetto alla concorrenza internazionale”. La differenza non è ampia, “ma nel momento della vendita il cliente sceglie il brand più forte, cioè quello con i fattori emozionali e funzionali che lo attraggono di più. Diversamente, se le imprese italiane avessero rafforzato anche solo del 5% in più le proprie marche, a pari condizioni, si sarebbero ritrovate un asset con un valore del 5% superiore a quello attuale, quindi mediamente con 100 milioni in più di valore a brand”.

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