Lavori futuri, le opportunità non mancano: le professioni più richieste nei prossimi 5 anni
Attualità — By cidec on 2018/12/06 17:51
Disoccupazione al 10,6%, con quella giovanile salita oltre il 32%: gli ultimi dati dell‘Istat sull’occupazione in Italia non lasciano spazio alle interpretazioni. La carenza di posti di lavoro nello Stivale continua ad essere una questione preoccupante, un problema, anzi ‘il’ problema, che tiene ancora al palo l’economia nostrana e i consumi, con le famiglie che fanno sempre più fatica. Ma se il presente è tutt’altro che roseo, non vuol dire che il futuro sarà dello stesso stampo.
Analizzando le esigenze dei vari settori occupazionali e della Pubblica Amministrazione, tenendo conto delle persone che andranno in pensione e dell’espansione e contrazione dei mercati, lo scenario per i prossimi cinque anni lascia trasparire un po’ di speranza: tra il 2019 e il 2023 il mercato del lavoro italiano avrà bisogno di un numero di occupati compreso tra i 2,5 e i 3,2 milioni.
Tre quarti di questi saranno resi necessari dal turnover occupazionale, che riguarderà nel prossimo quinquennio un numero di posti compresi tra i 2,1 e i 2,3 milioni, mentre la restane fetta verrà generata dalla crescita economica che, in base alla sua entità e all’effetto sui diversi settori, dovrebbe produrre tra i 427mila e 905mila posti di lavoro. A rivelarlo sono i dati del Report Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni occupazionali di medio termine, presentato durante Job&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro in corso a Verona.
Sono due gli scenari che emergono dai dati elaborati da Unioncamere sul fabbisogno occupazionale dei prossimi cinque anni ed entrambi tengono conto delle possibili tendenze del mercato e degli andamenti economici. Le uniche differenze tra i due scenari (A e B), quantificate in circa 700mila posti, dipendono dall’andamento del PIL (Prodotto Interno Lordo), dall’export dell’Italia e dalle politiche economiche che verranno attuate. I nuovi posti di lavoro riguarderanno soprattutto il settore privato, mentre al livello territoriale le zone con più lavoro saranno le aree settentrionali.
Per quanto riguarda invece i settori, il maggior fabbisogno di occupati viene riscontrato nel comparto dei servizi alle imprese, con una richiesta che potrebbe variare tra le 608mila e le 699mila unità. Al secondo posto in questa particolare classifica troviamo i servizi sanitari e dell’istruzione, poi l’industria manifatturiera.
Secondo il Report Excelsior di Unioncamere e Anpal, a trainare i piani occupazionali delle imprese nei prossimi cinque anni saranno soprattutto due settori: Digital Transformation ed Ecosostenibilità che insieme rappresentano circa il 30% del fabbisogno totale. I posti per lavoratori con specifiche conoscenze matematiche, digitali ed informatiche saranno tra i 210mila e 267mila. Il motivo è da ricercare nella richiesta sempre più alta di figure professionali emergenti come gli esperti nell’analisi dei dati, del mercato e della sicurezza informatica come: Data Scientist, Big Data Analyst, Cloud Computing Expert, Cyber Security Expert, Business Intelligence Analyst, Social Media Marketing Manager e Artificial Intelligence Systems Engineer.
Ma se i lavoratori ricercati nel mondo digitale sfioreranno le 300mila unità, quelli richiesti nel settore dell’Ecosostenibilità potrebbero essere addirittura il doppio. Si parla di un numero compreso tra i 480mila e 600mila, tra esperti nella gestione dell’energia e nel marketing ambientale, chimico verde e installatore di impianti a basso con un basso impatto sull’ambiente.
Un altro settore che potrebbe aprire le porte a migliaia di lavoratori è quello di ‘Salute e benessere‘, che nei prossimi cinque anni richiederà tra i 323mila e 357mila occupanti, per una filiera tra le più caratteristiche del nostro Paese. Le figure più ricercate saranno medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio.
Alta la richiesta anche nella filiera di ‘Education e cultura‘: tra docenti, progettisti di corsi di formazione, traduttori, progettisti e organizzatori di eventi culturali, esperti in comunicazione e marketing dei beni culturali, i nuovi posti di lavoro si aggireranno tra le 134mila e le 194mila unità
L’evoluzione della tecnologia porterà inevitabilmente ad una crescita del settore ‘meccatronica e robotica‘, che nel prossimo quinquennio avrà necessità di un numero tra 76mila e 106mila lavoratori. I tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, i tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali, i progettisti di impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico saranno le figure professionali più gettonate.
Saranno invece tra i 78mila e i 99mila i nuovi posti di lavoro che nei prossimi cinque anni si potrebbero ‘creare’ nella filiera di ‘mobilità e logistica’. Un altro settore in crescita che richiederà soprattutto magazzinieri e responsabili di reparto per quanto riguarda gli addetti alla logistica, ma anche controllori del traffico aereo, navale e ferroviario e i conducenti di mezzi pesanti.
Ultimo tra i diversi settori quello energetico, per cui il fabbisogno nei prossimi cinque anni sarà compreso tra 38mila e 41mila unità, coinvolgendo in particolare tecnici alla produzione di energia elettrica, addetti ai controlli chimici e conduttori di impianti di recupero e riciclaggio dei rifiuti e trattamento e distribuzione acque.
Stime e scenari che fanno ben sperare, ma che restano legati all’andamento del mercato e alle economiche che l”Italia farà nel futuro prossimo. Nonostante si tratti di numeri che vanno presoi con le dovute precauzioni, in quanto influenzati da moltissime variabili, spesso imprevedibili, si tratta di dati comunque utili per chi è alla ricerca di un lavoro.