L’ ITALIA FESTEGGIA LA LIBERAZIONE. NAPOLITANO: “VALORI INCANCELLABILI”
In Primo Piano — By cidec on 2014/04/25 12:55Il 25 aprile del 1945 l’ Italia si lascia alle spalle il fascismo. Una data che segna la fine della Seconda guerra mondiale nel Paese. Nel giorno dell’ anniversario il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Vittoriano ha deposto una corona di alloro all’ Altare della Patria. Alla cerimonia hanno partecipato il premier Matteo Renzi, giunto al Vittoriano a piedi, il presidente del Senato Piero Grasso, il vicepresidente della Camera Roberto Giacchetti e il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Il presidente Napolitano nel suo discorso ricorda l’importanza della giornata ma ha anche un pensiero per i Marò <<trattenuti ingiustamente lontano dalla famiglia e dalla loro patria>>. Inoltre, il presidente parla anche della situazione delle forza armate: “E’ necessario guardare alle esigenze di bilancio, ma sulla spesa per la difesa non ci possono essere decisioni sommarie. Si devono dunque soddisfare esigenze di rigore e di crescente produttività nella spesa per la difesa, senza indulgere a decisioni sommarie che possono riflettere incomprensioni di fondo e perfino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove funzioni militaristiche”. Il presidente Napolitano ha anche ricordato <<l’impegno degli italiani che uscivano dalle dure vicende della guerra fascista e riprendevano le armi per liberare l’ Italia. E non mancò l’apporto delle donne. Furono uniti dallo stesso fondamentale obiettivo di futuro di pace per il quale serviva la mobilitazione armata. Non c’era spazio per una mobilitazione inerme alla pace. La scelta combattente risultò decisiva per restituire dignità all’ Italia>>. Dopo la cerimonia a Piazza Venezia, Giorgio Napolitano ha raggiunto il Quirinale per ricevere gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’ Arma, una rappresentanza di sindaci di vari comuni che hanno subito stragi nazifasciste nel 1944, una rappresentanza del Comitato dei Caduti di Kos e delle famiglie degli ufficiali italiani fucilati a Kos nel 1943.