I sindacati attaccano Natuzzi. Licenziamenti inaccettabili

In Primo Piano — By on 2016/10/18 10:14

Assemblea dei dipendenti fuori dallo stabilimento della Natuzzi a Santeramo

«Il comportamento di Natuzzi è semplicemente irresponsabile, sia nel metodo che nel merito. Gli ultimi sviluppi nella vertenza del Gruppo dimostrano che i lavoratori sono gli unici a pagare il prezzo della crisi e di scelte aziendali sbagliate, perpetrate da anni nonostante la contrarietà delle organizzazioni sindacali». Lo hanno dichiarato oggi in una nota congiunta la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan e Franco Turri, Segretario generale della Filca Cisl in cui sollecitano l’azienda a cercare una soluzione in extremis per evitare il licenziamento di 355 lavoratori pugliesi e lucani. «Per noi, come per le altre organizzazioni sindacali, questi licenziamenti sono inaccettabili» concludono Furlan e Turri chiedendo a Natuzzi di «elaborare un Piano industriale degno di questo nome, in grado di rilanciare il marchio».

Natuzzi spa ha fatto presente che «in nessuno degli accordi siglati al Mise, l’azienda – si legge nella nota – si è mai impegnata a riassorbire nell’attuale organico del polo Italia i collaboratori in esubero. Tutti gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali hanno sempre dichiarato, senza equivoci, che i collaboratori in regime di cassa integrazione sono da considerarsi esuberi strutturali e che la loro ricollocazione sarebbe avvenuta all’interno di società terze, esterne a Natuzzi». Tuttavia l’azienda ha «sempre sostenuto che si sarebbe impegnata a gestire in maniera condivisa gli esuberi rivenienti dal Piano industriale presentato a partire dal luglio del 2013. Proprio per rispettare questo impegno, da tre anni – conclude il comunicato aziendale – Natuzzi lavora senza sosta, impiegando mezzi e risorse proprie, per favorire la loro ricollocazione. Nell’accordo del 14 settembre scorso l’azienda ha varato un nuovo piano sociale che prevede il rafforzamento del progetto di ricollocazione Assist, aumentando l’incentivo per le aziende disposte ad assumerli a tempo indeterminato e incrementando l’incentivo all’esodo».

Intanto  il gruppo Natuzzi non si è presentato al tavolo convocato dalla Regione Puglia per affrontare ieri

a Bari con i sindacati la situazione del polo di Ginosa e dei circa 300 esuberi dello stabilimento tarantino, nonostante l’invito formalizzato dal responsabile della task force regionale sull’occupazione, Leo Caroli. Dopo il nulla di fatto della cabina di regia al Mise il 13 ottobre scorso, alla quale hanno partecipato azienda, sindacati e Regione, cade così nel vuoto anche l’appello di tornare al confronto avanzato dal viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova. Restano quindi in bilico le sorti di 290 lavoratori, ai quali la Natuzzi ha già inviato le lettere di licenziamento, ma il rischio paventato durante la riunione dai sindacati (Cgil, Cisl e Uil con le sigle di categoria Feneal, Filca e Fillea) è che il gruppo non sia più in grado di sostenere i 1918 lavoratori.

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