Gli italiani scommettono sulla ripresa: balzo della fiducia di imprese e consumatori
Attualità — By cidec on 2015/09/28 09:47A settembre l’indice dei privati è al massimo da 13 anni, mentre quello delle aziende si è rafforzato in tutti i settori e ha recuperato il picco del novembre 2007. Migliorano nettamente i giudizi sulla situazione dell’Italia, cala l’aspettativa di disoccupazione. Pessimismo del commercio sulle vendite future.
MILANO – Segnale di vitalità al ritorno dalle ferie per l’economia italiana, che conferma gli ultimi indicatori positivi giunti dal Pil e dal recupero delle vendite al dettaglio. Segnali che si sono trasmessi anche a famiglie e imprenditori, tanto che la loro ‘fiducia’ verso la ripresa economica è migliorata sensibilmente a settembre: in base ai dati Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato a 112,7 da 109,3 di agosto, al livello più alto da 13 anni. Bene anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che è salito a 106,2 da 103,9 e mostra progressi in tutti i settori: è al top dal novembre del 2007. Venendo alle aspettative analizzate in base alla progressione temporale, la fiducia ‘corrente’ (cioè il quadro attuale) è salita a 108 da 104 punti e quella ‘futura’ (le aspettative) a 122 da 117,7.
Le famiglie. L’analisi dell’Istituto di statistica, sul fronte delle famiglie, indica che tutte le componenti sono in miglioramento. Ma i segnali di ripresa dell’Italia sono stati colti con particolare attenzione, tanto che l’incremento più consistente (a 143,2 da 133,1 punti) riguarda proprio l’aspetto del clima ‘economico': giudizi e attese sulla situazione economica del Paese e sulla disoccupazione. “Gli intervistati vedono un rallentamento della crescita dei prezzi sia nei 12 mesi passati sia nei prossimi 12 mesi (a -19 da -14 e a -18 da -14 i saldi). Diminuiscono significativamente le attese di disoccupazione (a 7 da 25)”, dice l’Istat che provocherà un mal di testa a Mario Draghi, che sta facendo di tutto per alzare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Anche per la situazione economica futura del Paese le attese dei consumatori “sono orientate al miglioramento (a 14 da 6 il saldo) come segnalato soprattutto dall’aumento al 36,9% dal 35,1% della quota di coloro che indicano un futuro ‘lieve miglioramento’ della situazione economica del Paese e dalla diminuzione della quota di coloro che indicano un ‘peggioramento consistente’ della situazione economica generale (all’8,2% dal 10,6%)”.
Progressi, però, si vedono anche sulla situazione economica della famiglia, che traccia la percezione sulla opportunità attuale e possibilità future del risparmio; sull’opportunità all’acquisto di beni durevoli; sul bilancio finanziario della famiglia. Nelle parole dell’Istat, si tratta della fiducia ‘personale’ e sale a 103,6 da 101,4. Tra i vari indicatori di questo gruppo, spicca l’aumento di ottimismo sulle opportunità attuali di risparmio.
Sul lato delle imprese, dice ancora l’Istat, “crescono tutti i climi di fiducia: quello del settore manifatturiero (a 104,2 da 102,7), quello delle costruzioni (a 123,3 da 119,5), quello dei servizi di mercato (a 112,2) e quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8)”. Nel primo caso, restano stabili i giudizi sulle scorte, mentre migliorano quelli sugli ordini e sulle attese sulla produzione (a 12 da 11). Discorso positivo anche nelle costruzioni, dove risalgono le attese sull’occupazione e sono più rosei i giudizi sui piani di costruzione. Più scettici sulla situazione generale del Paese nel mondo dei servizi: lì migliorano i giudizi e le attese sugli ordini, ma non le attese sull’andamento generale dell’economia. A sottolineare quanto sia lento il recupero dei consumi c’è il pessimismo del commercio, dove migliorano i giudizi sulle vendite correnti ma peggiorano le attese sulle vendite future. Scetticismo al quale prova a ribattere la Coldiretti, secondo la quale la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande inverte la rotta e torna ad aumentare dopo sette anni di riduzione consecutiva e si prevede a fine anno uno 0,3% di crescita cumulata nei dodici mesi.