Crolla il potere d’acquisto delle famiglie

In Primo Piano — By on 2013/03/11 12:34

Si sapeva ma adesso arriva anche l’ufficialità: in Italia il potere d’acquisto, cioe’ il reddito disponibile delle famiglie in termini reali, durante la crisi e’ crollato, scendendo del 5% tra il 2007 e il 2011. E’ quanto rileva il primo rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) messo appunto da Istat e Cnel. Il rapporto fa notare come la contrazione del potere d’acquisto si sia riflessa solo in parte sulla spesa per consumi finali delle famiglie, calata in termini reali dell’1,1%. Ecco che i cittadini hanno cercato di mantenere il proprio standard di vita attingendo ai risparmi accumulati o risparmiando meno. Infatti la propensione a mettere da parte le risorse e’ scesa dal 15,5% del 2007 al 12% del 2011, fino all’11,5% del secondo trimestre 2012, accelerando il calo iniziato nel 2006. Inoltre in Italia la crisi ha aggravato le disuguaglianze: nel 2011 il 20% piu’ ricco della popolazione ha ricevuto un reddito di 5,6 volte superiore a quello del quinto piu’ povero. Si tratta di un valore superiore alla media europea. Infatti, spiega il rapporto, dal 2004 la concentrazione della ricchezza e’ tornata a salire, pur restando inferiore a quella degli anni ’90, e la quota di ricchezza totale posseduta dal 10% piu’ benestante e’ aumentata nel 2010 al 45,9% (era al 44,3% nel 2008). La famiglia, tradizionalmente al centro della vita di relazione nel nostro Paese, continua a essere la piu’ importante rete di sostegno e solidarieta’, mentre cresce la diffidenza verso gli altri. E’ quanto emerge dal rapporto Istat-Cnel su Benessere equo e sostenibile in Italia 2013, nel capitolo sulle relazioni sociali. La famiglia, dunque, nei momenti critici, ma anche nello svolgimento delle normali attivita’ quotidiane, rappresenta un luogo di sostegno fondamentale, un punto di riferimento importante che, con tutti i limiti e le difficolta’ imposti dalle recenti trasformazioni sociali ed economiche, sembra ancora funzionare e soddisfare in misura rilevante gli italiani. La soddisfazione dei cittadini per le relazioni familiari, rileva il rapporto Bes, e’ tradizionalmente alta. Nel 2012, sono il 36,8% le persone di 14 anni e piu’ che si dichiarano molto soddisfatte per le relazioni familiari; a questi si aggiunge un 54,2% che si dichiara abbastanza soddisfatto. Tuttavia, il carico del lavoro di cura che ne deriva, soprattutto per le donne, rischia di diventare eccessivo, anche a causa della carenza di alcuni servizi sociali. Intorno alla famiglia, rileva il rapporto, si tesse una rete di relazioni con parenti non conviventi e amici, che svolge un ruolo fondamentale nella dotazione di aiuti sui quali individui e famiglie sono abituati a contare. Nel 2009, quasi il 76% della popolazione ha dichiarato di avere parenti, amici o vicini su cui contare e il 30% ha dato aiuti gratuiti. L’associazionismo e il volontariato rappresentano una ricchezza per il nostro Paese, che non e’ pero’ distribuita su tutto il territorio ed e’ meno presente nel Mezzogiorno, cioe’ dove i bisogni sono piu’ gravi. In particolare, dichiara di svolgere attivita’ di volontariato il 13,1% della popolazione di 14 anni e piu’ residente nel Nord a fronte di una quota che nel Mezzogiorno si colloca al 6% e di una media nazionale del 9,7%.

Comments are closed.