Commercio a Catania: intervista al presidente Cidec
Dal Territorio — By Ufficio Stampa on 2013/05/23 09:13Una città in coma farmacologico e che vive da anni una crisi profonda e senza sosta. Quella che un tempo veniva considerata la perla della Sicilia orientale, con la magnifica via Etnea affollata di botteghe e compratori, oggi è soltanto un lontano ricordo. Le colpe della crisi del commercio a Catania sono molteplici e i responsabili della situazione sono da ricercare sia negli investitori privati che nelle istituzioni, responsabili della stasi perpetua degli ultimi anni. Da più parti vengono indicati come responsabili della situazione i centri commerciali che hanno circondato l’intero perimetro della provincia di Catania con l’alta concentrazione di botteghe e attrazioni nelle strutture. Per rispondere a queste e molte altre domande abbiamo sentito Antonino Gianpiccolo presidente provinciale del Cidec, un sindacato che riunisce al suo interno diversi piccoli commercianti del territorio. “Il problema della città di Catania- ha affermato Gianpiccolo – non è soltanto legato allo strapotere della grande distribuzione ma anche ad un’amministrazione dell’intera città che non ha ascoltato le esigenze dei commercianti che in questo modo non hanno potuto avere gli strumenti adeguati per fronteggiare le difficoltà”.Difficoltà che non sono soltanto legate all’hinterland etneo. È infatti innegabile che la crisi sia una caratteristica comune a diversi territori italiani che al giorno d’oggi devono combattere il calo del potere d’acquisto dei cittadini. I dati infatti parlano chiaramente di un crollo delle vendite sia nel ricco Nord che nel Meridione. “Ad essere colpiti da questa crisi – afferma il presidente del Cidec – sono soprattutto i commercianti delle botteghe che non possono fronteggiare le difficoltà legate agli acquisti di materiale che poi rimane invenduto negli scaffali dei negozi. Gli ambulanti e le piccole attività invece facendo dei piccoli ordinativi riescono a fronteggiare con maggiore abilità la crisi regolando la propria offerta in base alle necessità dei clienti”.Sarebbe però miope affermare che nell’aggravare la situazione non abbia contribuito anche una condizione del tutto particolare del territorio di Catania. “Catania è in ginocchio – sottolinea Gianpiccolo – per una serie di problemi che sono stati sottovalutati nel corso degli anni. In primo luogo la vita notturna, che rappresentava uno dei motori trainanti dell’economia del centro storico, lentamente sta morendo. Le difficoltà sono diverse, uno fra questi è quello relativo ai parcheggiatori abusivi che affollano le strade che conducono ai pub della città. A questo proposito abbiamo chiesto, senza avere risposta, un allungamento della sosta a pagamento per tutelare i cittadini e i commercianti”.Ma anche gli stessi commercianti non sono esenti da una sonora tirata di orecchie da parte di Gianpiccolo. “Dobbiamo cambiare mentalità – ha dichiarato a tal proposito – perché i tempi sono diversi e non si può pensare al commercio con le vecchie modalità. L’offerta del centro storico è praticamente identica a quella dei centri commerciali. Di questo passo non si vedrà mai un miglioramento. Bisogna puntare sulla formazione e sull’originalità, portare in vendita i prodotti della nostra terra e che possono rappresentare un elemento di novità non soltanto per i cittadini ma anche per i turisti”.
Insomma una situazione che non brilla e che viene aggravata dalla condizione della città in pessimo stato. I parcheggi che mancano e affliggono i pochi volenterosi compratori a una serie interminabile di giri alla ricerca di una sosta. I centri commerciali naturali stentano a decollare o non lo hanno mai fatto e gli affitti rimangono un salasso che ormai pochi commercianti riescono a sostenere. Nell’attesa di uscire dalla crisi, Catania si appresta a vivere l’ennesima tornata elettorale fatta di promesse e di immaginari cambiamenti. (L’intervista è stata pubblicata sul Quotidiano di Sicilia)