BOLKESTEIN. LA RIVOLTA DEGLI AMBULANTI

In Primo Piano — By on 2016/09/29 10:33

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Siamo scesi in piazza oggi in circa 7mila». Lo hanno detto gli organizzatori della manifestazione in piazza della Repubblica a Roma contro la direttiva Bolkestein. Al sit-in hanno partecipato venditori ambulanti e del settore balneare per protestare contro la direttiva europea che prevede la messa all’asta delle concessioni.

Sulla questione è intervenuto anche il governatore della regione Liguria Giovanni Toti: «L’Europa non può essere freno o peggio danno a peculiarità dei singoli Paesi. Non è pensabile che circa 200 mila aziende dedite all’attività ambulante rimangano senza concessione se la direttiva Bolkenstein verrà recepita dall’Italia. #noBolkenstein», ha infatti scritto il consigliere politico di Silvio Berlusconi. Da parte sua il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, e leader della Destra, Francesco Storace ha commentato: «I commercianti ambulanti manifestano a Roma e gridano forte la loro voglia di non arrendersi alla famigerata direttiva Bolkestein che, solo in Italia e Spagna, si è deciso di applicare alle bancarelle dei nostri mercati. Noi siamo al loro fianco. Proprio alla regione Lazio abbiamo presentato una proposta di legge – la numero 334/2016 – finalizzata ad anestetizzare la direttiva comunitaria almeno per questa categoria. Proponiamo la tutela del commercio sulle aree pubbliche. Non vogliamo nuova disoccupazione. Pretendiamo l’inapplicabilità della Bolkestein agli ambulanti. Vogliamo che Roma capitale e i comuni del Lazio rinnovino automaticamente le concessioni esistenti. Sono pochi articoli finalizzati a salvare la vita e il lavoro di tantissima gente. Ma la proposta – presentata a maggio – non fa un passo in avanti, né in commissione né in aula. Pare proprio che alla sinistra non importi un fico secco del destino di queste persone, del loro diritto a mettere assieme il pranzo con la cena: invece, pretendiamo segnali di vita a tutela del commercio ambulante. Sappiamo che il governo potrebbe impugnare la nostra proposta di legge; prima di tutto vogliamo vedere se Renzi ne avrà il coraggio; e soprattutto è sacrosanto arrivare anche al conflitto davanti alla Corte costituzionale per affermare che il lavoro è ancora un diritto in questo nostro Paese. A Roma, dove si contano 17mila famiglie di ambulanti, sono venuti da tutta Italia, perché la tragedia che sta per arrivare riguarda duecentomila imprese e almeno quattrocentomila addetti. Si prevede una massiccia partecipazione e vedremo se almeno questo comporterà un segnale di vita da parte del governo, del sistema delle regioni, delle amministrazioni locali. Finora gli ambulanti sono stati lasciati soli: non sono immigrati, e forse questa è la loro grave colpa in un Paese dominato dalla sinistra di chiacchiere e di governo».

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