Al via il fondo di solidarietà per le banche venete
Attualità — By cidec on 2017/03/09 10:20Sessanta milioni per le posizioni più disagiate tra i vecchi soci. Adesioni al 29,1% per la Vicenza, oltre il 34% per Veneto banca. Sulla tempistica, la prima “ad oggi” non ha assunto decisioni sull’estensione del periodo di adesione, mentre Montebelluna “sta valutando” l’opportunità di allinearsi alla Vicenza.
Popolare di Vicenza e Veneto banca hanno deciso la costituzione di un Fondo di solidarietà per i clienti più disagiati che abbiano subito perdite per il crollo del valore delle azioni. Sul piatto hanno messo 60 milioni (30 a testa) ma la partenza del Fondo è subordinata alla riuscita dell’offerta pubblica di transazione. A tal proposito le due banche hanno reso noto che, al 6 marzo, gli accordi transattivi firmati sono pari al 29,1% delle azioni interessate per la Popolare di Vicenza, mentre a Veneto banca ha aderito oltre il 34% del totale delle azioni interessate.
L’offerta di “far pace” con gli azionisti storici procede dunque in salita (l’obiettivo è l’80% dei pacchetti interessati dalla transazione), anche se le adesioni in questo genere di operazioni arrivano sempre all’ultimo momento. E proprio per questo le due banche non escludono, anche se con posizioni leggermente diverse, di poter spostare un pochino più in là l’ultima scadenza. La Popolare di Vicenza si è limitata a dire in un comunicato che “ad oggi non ha assunto alcuna decisione in merito all’estensione del periodo di adesione”; dunque non lo esclude ma per il momento i termini restano fissati al 15 marzo per le manifestazioni di interesse e al 22 per la firma delle sottoscrizioni. Veneto banca invece ha detto che “sta valutando” l’opportunità di una proroga dei termini, attualmente previsti per il 15 marzo, per allinearsi alla scadenza dell’offerta della Popolare di Vicenza.
Le due banche continuano dunque a marciare di conserva, anche se formalmente restano entità separate e questo comporterà la presentazione di due piani industriali (e relativa ricapitalizzazione) alla Bce, se nel frattempo non verrà approvata la fusione tra i due istituti. Legato all’esito della transazione anche l’approvazione dei rispettivi bilanci, che slitterà a quando sarà messa la parola fine all’offerta.